Come si seleziona un fondo di investimento

Vorrei presentare alcune riflessioni sui criteri da adottare nella selezione dei Fondi/Sicav, sia nella gestione personale del proprio patrimonio che nella gestione professionale.

Come prima cosa, è necessario porsi una domanda: qual è l’obiettivo della selezione?

La risposta più comune e frequente è che la selezione serve a identificare i Fondi/Sicav migliori.

Se questo obiettivo venisse messo effettivamente in pratica, gli intermediari – bancari e non – selezionerebbero i Fondi/Sicav e non le Società di Gestione, come invece avviene ora nella maggior parte dei casi.

Il criterio di selezione adottato attualmente dal sistema è il seguente:
1) Selezione della Società di Gestione
2) Dalle Società di Gestione selezionate, si indentificano i Fondi/Sicav migliori

Alla domanda del perché si usa prima selezionare la Società di Gestione e poi i Fondi/Sicav, le risposte sono:
1) La sicurezza (rischi operativi, truffe, errori)
2) Per ragioni di marketing
3) Rischio di liquidità

La prima risposta è decisamente sbagliata. I Fondi/Sicav sono sicuri e hanno rischi operativi e/o di truffa inesistenti, di errore limitatissimi. Vediamo perché. La sicurezza del capitale investito in un Fondo/Sicav, non dipende dalla Società di Gestione, per 3 ragioni molto semplici:
1) Il Fondo/Sicav è un prodotto regolamentato dalla Unione Europea, il cui prospetto è autorizzato da una Banca centrale di uno Stato membro della Unione Europea.
2) La Società di Gestione del Risparmio è una Società di Gestione che, per Gestire Fondi/Sicav, è stata autorizzata dalle autorità monetarie ed è vigilata costantemente dalle stesse.
3) Il patrimonio del Fondo non è in capo alla Società di Gestione, ma è presso una Banca Depositaria che è responsabile dell’applicazione del regolamento del Fondo/Sicav.

In sostanza, in un Fondo/Sicav, i rischi operativi (truffe ed errori) sono ridotti al minimo, e sono uguali per tutti i Fondi/Sicav, indipendentemente dalle dimensioni della Società di Gestione.

Fare “due diligence” sui rischi operativi di un Fondo/Sicav è inutile, è una perdita di tempo e di denaro. La due diligence sui rischi operativi va fatta su prodotti finanziari non regolamentati in sede UE e/o non autorizzati all’acquisto da parte di Intermediari Italiani o Investitori qualificati.

Mentre la seconda risposta (per ragioni di marketing) è corretta per il collocamento, perché le Società di Gestione più grandi sono più facili da collocare, è sbagliata per le Gestioni Patrimoniali. Nelle Gestioni Patrimoniali il cliente paga una commissione indipendentemente dai Fondi/Sicav contenuti dalla stessa. Se uso i Fondi/Sicav migliori presenti sul mercato, indipendentemente da chi è la Società di Gestione, miglioro certamente la performance.

Il rischio di liquidità (punto 3) è lo stesso sia per le Società di Gestione grandi che per quelle piccole, in quanto dipende dalle attività finanziare nelle quali è investito il Fondo. Se le attività finanziarie in cui è investito il Fondo sono illiquide, lo sono indipendentemente dalla dimensione della Società di Gestione. Se quanto scritto sopra è corretto, la selezione di Fondi/Sicav deve dipendere solo ed esclusivamente dal loro rendimento passato e dal rendimento effettivo a scadenza al momento della analisi. La distinzione va fatta tra Fondi/Sicav a benchmark e Fondi/Sicav senza un benchmark di riferimento.

Nella costruzione dell’universo investibile, i Fondi/Sicav a benchmark devono aver battuto annualmente il benchmark di riferimento di 100 punti base per quelli relativi a una singola asset class, di 200 punti base per quelli di asset allocation “attiva”. I Fondi/Sicav migliori a benchmark sono quelli che hanno battuto il loro benchmark di riferimento tutti gli anni (questi sono rarissimi). Sono selezionabili anche quelli che hanno battuto il loro benchmark di riferimento negli ultimi 3 anni o negli anni precedenti, dando meno importanza al rendimento conseguito nel 2008 e nel 2009 in quanto anni outlier o anomali, difficilmente ripetibili. Dico questo perché, se un Gestore di un Fondo Bilanciato Moderato ha fatto 0% di rendimento nel 2008, ha battuto il proprio benchmark di 10/15 punti e se ha fatto bene anche nel 2009 (anno straordinario al rialzo) ha battuto il proprio benchmark di altri 10/15 punti. Questo Fondo sarà tra quelli che hanno mediamente creato valore per molti anni a venire, anche se negli anni successivi 2010, 2011, 2012, 2013 ha fatto peggio del benchmark. Questo Fondo è un Fondo da non avere nell’universo investibile.

Il 2008 è un anno da usare per calcolare le potenziali perdite di un portafoglio di asset allocation. La domanda è: se succede un altro 2008, quanto perde il mio portafoglio? Basta usare la seguente formula: Rendimento= rendimento effettivo a scadenza del portafoglio meno 3 volte la deviazione standard del portafoglio. Es: rendimento effettivo del portafoglio 5% + deviazione standard del portafoglio 7 = perdita potenziale – 16% (=5-(7*3)).

Il rendimento effettivo a scadenza ha poca importanza per i Fondi di asset class, mentre è fondamentale per i Fondi di asset allocation e i Fondi privi di benchmark. Tra tutti i Fondi di asset allocation che hanno i requisiti di cui sopra, sono sicuramente da utilizzare quelli che al momento dell’analisi presentano un rapporto tra il rendimento effettivo a scadenza e la volatilità superiore a 0,8.

I Fondi/Sicav privi di benchmark devono invece aver prodotto un rapporto tra rendimento/volatilità (in pratica, quello che chiamo “Efficiency Ratio” e che è molto simile allo Sharpe Ratio) superiore a 1. I Fondi migliori che non hanno benchmark sono quelli che hanno prodotto un rapporto rendimento / volatilità superiore a 1 tutti gli anni (rarissimi). Sono selezionabili anche quelli che hanno un rapporto rendimento / volatilità superiore a 1 negli ultimi 3 anni. Anche per i Fondi privi di benchmark vale i ragionamento fatto sopra, vale a dire dare meno importanza al rendimento conseguito nel 2008 e 2009. Se l’obiettivo, quindi, è quello di selezionare i Fondi/Sicav migliori si deve selezionare il Fondo/Sicav e non la Società di Gestione. Se i motivi della selezione sono diversi (nel qual caso non necessariamente si fa l’interesse del cliente), si seleziona la Società di Gestione.

I dati per effettuare queste valutazioni sono pubblici e sono ottenibili sui maggiori siti che trattano fondi di investimento. Ci sono alcuni ETF che, in base a queste caratteristiche, sono superiori a quelle della stragrande maggioranza dei peer funds dello stesso segmento di asset.

Questi criteri sono stati tra l’altro presi in considerazione nella strutturazione dei Portafogli Modello di Cicli&Mercati: Semplici – Chiari – Pochi segnali – Strumenti liquidi (indici, ETF, bonds governativi) – Bassa volatilità – Elevata efficienza – Difesa del capitale. La tabella di seguito mostra i rendimenti dei Portafogli a fine Maggio 2014, con la Standard Deviation e il confronto con i dati storici.

PM 052014 con STD

Come si vede, il rendimento annualizzato di alcuni di questi Portafogli Modello è nettamente superiore alla media storica, che in questo caso è una linea di attrazione che riassorbe nel tempo ogni scostamento eccessivo. Da questi dati oggettivi si possono trarre considerazioni interessanti sulla profittabilità prospettica dei Portafogli – e degli asset che sono in essi contenuti – nel prossimo futuro.

Un semplice esempio è il PM Reddito Fisso, che in 5 mesi ha performato quasi del 10%, cioè quasi il 24% su base annua contro una media storica del 9%. E’ evidente che in questo caso il rendimento esce dalla terza deviazione standard rispetto alla norma e che quindi il tasso di incremento degli ultimi mesi non potrà che ridursi nel prossimo futuro. I mercati non sono una questione di opinioni, ma di convenienza e di matematica.

Questo post è stato pubblicato la prima volta sul blog francescocaruso.net il 5 giugno 2014: Come si seleziona un fondo di investimento